06 marzo 2010

Il valore d'uso del condividere

L'informazione nell'era dei Social network
di Luca Dello Iacovo
Commenti, notizie, idee. Su Facebook e Twitter le persone pubblicano tre miliardi di aggiornamenti ogni mese. Raccontano la vita in tempo reale: sorprese, incidenti, concerti, emozioni. Entrambi i social network online sono luoghi ibridi, con spazi pubblici (come i tweet) e aree private (per esempio, la chat di Facebook). Entrambi sono arricchiti dalla moltiplicazione di punti di accesso alle loro piattaforme tecnologiche.
Negli ultimi mesi i messaggini di Twitter sono entrati in altri social network (Buzz, Ning, Linkedin) e nei motori di ricerca (Google, Bing, Yahoo!): ogni persona attraverso gli aggiornamenti di status amplia il patrimonio di conoscenze (con notizie in diretta dal mondo) e connessioni (attraverso strumenti per la selezione dei contatti rilevanti come Twiangulate).
Generando conversazioni e commenti. Di recente Facebook è diventato accessibile anche dalla chat di Aol e, attraverso Connect, è integrato con 80mila siti web. «Adesso le informazioni sono racchiuse in social network differenti: ma i motori di ricerca permetteranno di esplorare le reti sociali online trasversalmente», osserva Shenan Reed, direttore dell’agenzia di comunicazione Morpheus Media. Figlia di italoamericani, ha fondato la sua azienda con il marito nel 2002: avevano appena perso il posto di lavoro in seguito alla crisi della new economy. Ora ha tra i suoi clienti anche il «New York Times». «Forrester prevede che entro il 2014 gli investimenti pubblicitari per i social media saliranno dal 5% al 7 per cento. E il costo è inferiore rispetto ad altri strumenti se paragonato alla capacità di raggiungere persone (reach)», sottolinea Reed, arrivata a Milano per Karonte, un progetto di internazionalizzazione delle imprese lombarde.
Eppure la connessione online tra le persone sembra stimolare la creatività. Secondo Universal McCann il 76% degli iscritti alle reti sociali online carica fotografie. Viaggi, serate con gli amici, vacanze. Tanto che Facebook è diventato un immenso album fotografico: le persone caricano 3 miliardi di immagini ogni mese. Ma resta soprattutto uno spazio per la condivisione privata. Flickr, invece, è una community di professionisti e fotoamatori: la maggior parte degli scatti vengono pubblicati su internet.
E diventa un mosaico globale di immagini che arrivano in altri social network, come Google Buzz e Friendfeed. Anzi, uno studio pubblicato sulla rivista online «First Monday» sottolinea che la partecipazione alle reti sociali online è legata all’abilità di gestire una "social privacy", definita come «la capacità di controllare cosa viene detto di se stessi». Secondo la ricerca, gli iscritti più giovani di Facebook monitorano i tag nelle fotografie (per esempio, i nomi delle persone) e i messaggi sul wall (una minibacheca personale). Per i video, invece, non c’è gara.
Lo scorso novembre YouTube ha trasmesso un miliardo di filmati: nel 2005 il portale di videosharing è stato uno dei primi a consentire al pubblico di incorporarli nei blog, accelerandone la diffusione su internet. Le altre piattaforme di videosharing sono ancora distanti dai risultati di YouTube.
Aggiornamenti di status, fotografie, video. Eppure nei social media anche le persone sono una risorsa per le informazioni in tempo reale. Come ha dimostrato Aardvark (appena comprato da Google per 50 milioni di dollari): è uno spazio per chiedere consigli su internet al proprio network di amici, colleghi, conoscenti (accessibile anche attraverso Facebook Connect o servizi di instant messaging). Per esempio, è utile per chiedere l’indirizzo di un ristorante o un’opinione su un film da vedere (ma è disponibile soltanto in inglese). Secondo Aardvark, le risposte arrivano il 90% delle volte e in sei casi su dieci la replica è inoltrata in dieci minuti.
«Il Sole 24 Ore (Nova)» del 17 febbraio 2010

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