17 dicembre 2009

«Fuori onda» sulla Ru486: quel che si pensa ma non si dice

Femministe, medici, politii: a microfoni spenti altre opinioni
di Assuntina Morresi
In queste settimane di polemiche sull’introduzione della pillola abortiva in Italia, ho partecipato a incontri pubblici e dibattiti e sono stata intervistata in diverse occasioni, ma, purtroppo, non è mai capitato che il microfono rimanesse acceso qualche minuto in più, dopo i momenti ufficiali: l’opinione pubblica avrebbe avuto a disposizione 'fuori onda' molto interessanti, con protagonisti meno importanti del Presidente della Camera, ma sicuramente di primo piano nel dibattito sulla Ru486, e se ne sarebbero potute sentire delle belle, quasi divertenti, direi, se l’argomento non fosse fra i più drammatici.
Interessante il fuori onda dell’Intellettuale di Sinistra, che dopo aver tuonato – pubblicamente – in difesa dell’autodeterminazione della donna e a favore della Ru486, confessa – privatamente – che certo che si è informato, l’aborto con la Ru486 è angosciante, orribile, e se sua figlia proprio lo volesse scegliere «glielo farei fare in ospedale, sei matta, farla stare a casa da sola in quelle condizioni?».
E che dire della Femminista Famosa che dopo aver versato fiumi di inchiostro per difendere la pillola abortiva ammette – rigorosamente in privato – che l’aborto a domicilio con la Ru486 va contro il principio fondante della 194, che vuole che gli aborti siano considerati un problema sociale, e non un fatto privato delle donne?
Per non parlare dei Ginecologi che l’hanno usata in questi anni, e che dopo aver rassicurato in pubblico che «è tutto sotto controllo anche se le donne vanno a casa», a tu per tu confessano di non sapere quando le donne «hanno avuto l’espulsione», perché, se le donne vanno a casa, come fanno poi i medici a sapere quando, dove e come abortiscono?
Ci sono poi altri Dottori Importanti che Hanno Fatto Carriera che a bassa voce, così li senti solo tu, dicono che quello con la Ru486 è un «metodo schifoso», e che nessuno sano di mente lo consiglierebbe, ma in pubblico assicurano che in Europa questa pillola la usano da anni, senza problemi, e in Italia i 'paletti' messi dall’Aifa rendono minimi i rischi. Per non parlare poi del Parlamentare dell’Opposizione che chiede pure il mio curriculum, pensando evidentemente che io parli per bassi motivi ideologici, e magari non sia nemmeno laureata. Lui si è 'informato' leggendo Repubblica, e poi ha sentito Livia Turco e Silvio Viale, e quindi ritiene di sapere un sacco di cose: prima dice che a lui delle questioni tecniche non gli interessa, perché quelle spettano all’Aifa.
Allora gli spieghi i risvolti politici, e che una direttiva europea stabilisce che la circolazione di farmaci abortivi deve essere compatibile con le leggi vigenti dei singoli Stati. Il Parlamentare dell’Opposizione allora cambia discorso, e chiede i numeri: quanti aborti medici e quante morti – moltissimi i primi, pochissime le seconde, ti vuol dire.
Allora, tu gli fai sommessamente notare che questi sono aspetti tecnici, e glieli spieghi volentieri, ma prima ti aveva detto che non gli interessavano. E mentre gli dai i numeri giusti – diversi da quelli che pensa lui – e gli dici quante persone sono morte, e come sono morte, vedi che la sua faccia cambia espressione, da sicura di sé diventa qualcosa fra il preoccupato, lo stupefatto e l’atterrito.
E, dopo un po’, ti comunica gentilmente che ha poco tempo, e se ne va.
Niente nomi e cognomi, non sarebbe corretto. Ma posso assicurare che questi sono solo alcuni esempi dei 'fuori onda' a cui ho assistito in queste settimane, che hanno lasciato perplessa anche me, all’inizio. Adesso, non più. Adesso ho ben chiaro che sono veramente pochi i veri sostenitori della Ru486. Per il resto, tutti quelli minimamente informati sulla faccenda sono ben d’accordo che di metodo ignobile si tratta: lungo, doloroso, impegnativo e pericoloso, utile solo a 'liberare' gli ospedali dal peso delle donne che abortiscono, e ad abbattere le poche e insufficienti, ma comunque importanti, limitazioni poste dalla 194.
Ma l’Intellettuale di Sinistra, la Femminista Famosa, il Dottore Importante, il Ginecologo che l’ha Usata e il Parlamentare dell’Opposizione non lo ammetteranno mai in pubblico: la Ru486 va difesa, sempre e comunque, indipendentemente da tutto.
Non succeda mai, una volta tanto, di dar ragione ai cattolici. Ci fosse almeno qualche microfono aperto, ogni tanto...
«Avvenire» del 17 dicembre 2009

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