06 agosto 2009

La ragione mortificata dalla dittatura del relativismo

di Benedetto XVI
A 150 anni dalla morte del Santo Curato d’Ars, le sfide della società o­dierna non sono meno impegnative, anzi forse, si sono fatte più comples­se. Se allora c’era la «dittatura del ra­zionalismo », all’epoca attuale si regi­stra in molti ambienti una sorta di «dittatura del relativismo». Entrambe appaiono risposte inadeguate alla giusta domanda dell’uomo di usare a pieno della propria ragione come e­lemento distintivo e costitutivo della propria identità. Il razionalismo fu i­nadeguato perché non tenne conto dei limiti umani e pretese di elevare la sola ragione a misura di tutte le co­se, trasformandola in una dea; il rela­tivismo contemporaneo mortifica la ragione, perché di fatto arriva ad af­fermare che l’essere umano non può conoscere nulla con certezza al di là del campo scientifico positivo. Oggi però, come allora, l’uomo «mendi­cante di significato e compimento» va alla continua ricerca di risposte e­saustive alle domande di fondo che non cessa di porsi.
"Avvenire" del 6 agosto 2009

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