27 giugno 2009

Se l’eugenetica nazista torna in Cina

di Sabino Acquaviva
La Cina è un immenso laboratorio in cui si progetta un futuro diverso, ma ben lontano dagli ideali di un tempo.
Cosa è rimasto della Cina comunista? Quasi nulla, se prescindiamo dalle bandiere e da qualche slogan. Questo paese, ex comunista, che aveva tentato, con la rivoluzione culturale, di realizzare una società fondata su una specie molto particolare di socialismo reale, è oggi l’esempio di un capitalismo esplosivo che ricorda da vicino la Germania nazista. In Germania c’era una razza superiore, quella tedesca, un partito unico che, anch’esso, si definiva socialista, e un capitalismo esplosivo. Ma l’espansione rapidissima, fondata su questo trinomio, fu soffocata dalla guerra. E la Cina di oggi?
Anzitutto anche in Cina esiste una razza superiore alle altre, la razza Han. Nei territori appartenenti alla Cina ma abitati da altri popoli le identità etniche vengono annientate con l’immigrazione massiccia di cinesi Han. I cinesi non usano i metodi dei nazisti, non massacrano gli altri popoli, li diluiscono nella marea Han. È accaduto nel Sink Kiang, sta accadendo nel Tibet. Ma esiste anche, come in Germania negli anni Trenta, un partito unico che mantiene l’ordine, assicura uno sviluppo economico senza scosse, riduce al silenzio contestazioni politiche, sociali, sindacali, che potrebbero rallentare il ritmo dell’espansione. In Cina risorge anche il Confucianesimo, più adeguato ai programmi di sviluppo dell’impero cinese, in quanto si tratta di una filosofia che valorizza e dà dignità al lavoro della classe dirigente. Ma sta accadendo un fatto più grave, di cui tuttavia in Occidente ci si occupa poco. In Germania la teoria della superiorità razziale aveva dato vita a delle teorie e a degli esperimenti intesi a rendere superiore la razza superiore. Chi non ricorda Mengele e i suoi esperimenti? Purtroppo in Cina sta accadendo qualche cosa di simile, però senza che tutto questo allarmi il resto del mondo.
Si parte dalla biogenetica per individuare un gruppo di bambini superdotati. Sembra che il materiale genetico superiore sarà certificato da uno dei laboratori più avanzati della repubblica. Su questi bambini sarà eseguita una serie di esperimenti e interventi, genetici, psicologici, formativi. È come dire che il bambino della nuova Cina dovrà essere un prodotto di laboratorio. In questo modo per costruire il nuovo bambino cinese saranno applicate le più moderne conquiste della tecnica e della scienza, senza – ovviamente – ripensamenti di tipo etico. I due colossi asiatici, l’India e la Cina, con una popolazione di oltre un miliardo di abitanti ciascuno e ritmi di espansione inusuali nel resto del mondo, affrontano il futuro in modo diverso. L’India è una democrazia tormentata, ma dotata di senso critico e con una pluralità di scelte politiche, religiose, etiche. La Cina appare come un gigantesco monolite, che partendo dal partito unico, dal capitalismo rampante, dal culto della razza Han, sembra ricavare una filosofia della vita e della razza che ricorda gli anni più cupi della nostra storia.
«Avvenire» del 26 giugno 2009

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