06 novembre 2007

Perché le donne amano i mascalzoni

Singolare esperimento di ricercatori inglesi
Di Roberta Salvadori
Merito dell’irresistibile mimica facciale
Perché mai tante donne si innamorano di uomini che si comportano da mascalzoni? Secondo uno studio britannico è colpa della mimica facciale. Un sorriso, un’alzata del mento, un movimento di ciglia possono avere una tale carica di seduttività per l’interlocutrice, che il contenuto dei discorsi di lui può finire col passare inosservato, anche se questi esprime concetti negativi e di forte carica antisociale, che dovrebbero metterla in guardia. Per giungere a queste conclusioni, psicologi dell’Università di Bristol, in Gran Bretagna, hanno messo a punto un curioso esperimento, volto a verificare l’importanza dell’espressività facciale durante il corteggiamento, come fonte di informazione fra possibili partner. Gli studiosi hanno selezionato 28 bei ragazzi e li hanno filmati, eliminando la colonna sonora, mentre parlavano di vari argomenti in modo che potessero esprimersi sia con espressioni dolci, controllate, rassicuranti, sia con atteggiamenti disinvolti, disinibiti, seduttivi. Per rendere più sinteticamente decodificabile le espressioni del volto hanno creato un disegno animato ottenuto con un semplice tratto lineare dei visi e ne hanno standardizzato le forme incrociando le fattezze dei vari soggetti. Alle animazioni sono state poi accoppiate scritte di dichiarazioni socialmente corrette e decisamente antisociali. Per esempio, accanto ai filmati di volti dolci, gli esperti hanno scritto frasi virgolettate gentili, come "cerco di aiutare chi ha meno di me", o "rispetto chi è diverso". Al contrario, sotto le immagini più fascinose, comparivano frasi di forte carica antisociale, come "gli anziani sono un peso per la società", "odio gli immigrati" e così via. Filmati e animazioni sono stati poi presentati a molte donne che hanno selezionato i visi che trovavano più attraenti nell’eventualità di scegliere l’uomo adatto per una relazione a breve o a lungo termine. Risultato: in genere le donne interessate a un rapporto di lunga durata hanno dichiarato di preferire gli uomini che facevano dichiarazioni socialmente corrette. Mentre quelle disponibili a un rapporto a breve hanno preferito gli uomini più seduttivi, indipendentemente dalle dichiarazioni loro attribuite, dimostrando così di essere disposte a innamorarsi di una "canaglia", anche a rischio di doversene poi pentire amaramente. «La classica canaglia, non importa se simpatica o no, affascina molte donne per la sua trasgressività, per il suo atteggiamento di sfida. In fondo, poi, lei non crede che lui sia così cattivo come sembra, e pensa: "io ti salverò"», commenta la psicoterapeuta della coppia Gianna Schelotto. Andrew Clark, portavoce del gruppo di ricerca, spezza però una "lancia biologica" a favore delle donne pronte a lasciarsi affascinare: «Un uomo più seduttivo e evidentemente interessato al sesso, anche se poco serio, mostra più vigore e disinvoltura sociale, ambedue atteggiamenti rilevatori di "buoni geni", utili per la procreazione, anche in rapporti brevi» dichiara. Questo tipo di interpretazione che punta sull’inconsapevole tendenza biologica dell’individuo a scegliere i partner più adatti alla procreazione è alla base di molte ricerche. Studi dell’Università della California di Los Angeles hanno dimostrato che in genere la donna, quando è vicina ai giorni del ciclo in cui è fertile, preferisce l’uomo con espressione del volto lineamenti e odore più maschi. «Ma in questo settore - osserva Chiara Simonelli, psicosessuologa dell’Università La Sapienza di Roma - le interpretazioni genetiche sono spesso esasperate, mentre si trascura l’importanza dell’esperienza accumulata da ciascuno fin dalla nascita». E a proposito degli studi, prevalentemente americani, su mimica e sessualità, Alberto Oliverio, psicobiologo della stessa Università, sottolinea:«Più che per la biologia evoluzionista queste ricerche possono essere utili per il business. Le conclusioni scientifiche possono servire ai creatori di immagine per rendere più attraente anche dal punto di vista sessuale l’espressione dei modelli che pubblicizzano questo o quel prodotto: una carta vincente per indurre il consumatore all’acquisto».
«Corriere della sera» del 4 novembre 2007

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