24 gennaio 2007

Sciacalli in posa

di Massimo Gramellini
Non riesco a togliermi dalla testa le facce giulive degli inglesi che depredano il carico della nave insabbiata «Napoli», portandosi via i barili e le Bmw a spinta, senza sensi di colpa e sotto il naso ottusamente complice della polizia. Pensa il cancan se fossero stati dei napoletani a razziare la nave «England». I pirati di terraferma sostengono che la caduta in mare annulli la proprietà privata meglio di un trattato di Marx e che ogni cosa a mollo divenga automaticamente una «res nullius» (quindi se Brad Pitt si butta in acqua, la donna che lo raccoglie se lo può sposare). Bisognerà spiegarlo ai coniugi di Città del Capo che hanno visto alla tele un suddito ben piantato di Elisabetta allontanarsi dalla spiaggia con i loro tappeti persiani sulle spalle.
Di sciacalli sono piene tutte le tragedie, umane e ambientali. La novità è che questi non si sentono sciacalli e non pensano si tratti di una tragedia: di una cuccagna, semmai. Non li sfiora neppure la paura di essere contaminati dalle sostanze tossiche. Figuriamoci quella di essere incriminati come ladri. Si è mai visto un ladro sorridere ai fotografi durante il furto? O firmare moduli prestampati alle autorità, che un giorno potrebbero chiedere indietro la restituzione del maltolto?
Non è solo faccia tosta. E’ la sensazione sempre più universale di impunità, unita al totale disinteresse per le conseguenze dei propri atti e per qualunque cosa diversa da un giro in Bmw possa riservare loro il futuro.
«La Stampa» del 24 gennaio 2007

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